Nell’ultimo articolo ti ho parlato di pescaturismo e ittiturismo, e siccome a un gustoso piatto di pesce si abbina naturalmente un buon bicchiere di vino, oggi è proprio il nettare di Dioniso il cuore del nostro viaggio alla scoperta dei vini liguri.
Novità: non saremo soli. Con noi ci saranno i wine-travel blogger di Enodays Camilla Beretta e Mattia Krug, e l’enologo Gianluca Ciampalini, che ci fornirà una panoramica dei vigneti e dei vini della Liguria.
Viaggiare, conoscere, condividere
Nella video intervista Camilla mi racconta che Enodays, blog in cui lei e Mattia condividono con i lettori le wine experiences vissute sul campo “nasce dall’esigenza di cercare e di avere delle informazioni su internet che non riuscivamo a trovare da nessuna parte. Come, per esempio, le migliori enoteche di una zona o le migliori cantine da andare a visitare.”
Il turismo che propongono è un sapiente mix tra il loro amore per i viaggi a quello per il vino, che convivono placidamente in articoli frizzanti in cui all’emozione per l’arte e l’architettura si affianca quella per la scoperta di un nuovo Champagne.
Conoscere i vini per loro significa lasciarsi guidare da chi li produce in veri e propri viaggi dei sensi, le degustazioni, che riescono a trasmettere loro l’unicità di un vigneto e di una cantina. Una ricchezza che loro cercano di comunicare ai loro lettori, proponendo percorsi e consigli. Ogni cantina ha “un’atmosfera diversa”, una storia da vivere e raccontare. Loro hanno cominciato a seguire il vino 5 anni fa e non hanno intenzione di fermarsi.
Blogger in quarantena
In questo periodo di fermo forzato anche il turismo legato al vino ha subito un arresto. Il lavoro nelle vigne è proseguito con le dovute precauzioni, ma, a fronte dell’impossibilità di recarsi fisicamente nelle cantine, Enodays ha deciso di lanciare un’interessante iniziativa in loro sostegno attraverso i suoi canali social: #Atb (andrà tutto bene), messaggio dalle cantine italiane.
Camilla ci spiega che l’obiettivo era quello di dare la possibilità alle cantine che avessero voluto aderire all’iniziativa di raccontarsi – senza che venissero fatti interventi sui messaggi – direttamente ai loro oltre 75.000 followers. Un’iniziativa che ha riscosso molto successo sia tra i produttori che tra il loro pubblico, che ha potuto vivere l’emozione della visita in cantina almeno virtualmente.
Nuove frontiere dell’esperienza
“Le cantine si sono trovate in difficoltà” – aggiunge Mattia – “sono stati annullati tantissimi eventi, basti pensare a Vinitaly. […] Hanno dovuto rivoluzionare la strategia di marketing, puntando sull’e-commerce. Per sopravvivere hanno dovuto cambiare.”
Camilla entra nel dettaglio: “tantissime cantine si sono buttate sui social network, sono state organizzate degustazioni con sommelier, visite virtuali con l’enologo della cantina.” Certo, non è la stessa cosa, ma queste esperienze virtuali, che loro stessi hanno sperimentato, “danno comunque la possibilità di ampliare le conoscenze e far conoscere nuove realtà.”
I vini Liguri nella Storia
L’enologo Gianluca Ciampalini ci racconta in estrema sintesi la storia, dalle radici antichissime, dei vini liguri. Anche la Storia è un viaggio, preparati quindi a scoprire tante cose nuove.
“In Plinio il Vecchio – I sec d.c – troviamo la prima testimonianza della viticultura in Liguria, ma è molto probabile che la sua origine risalga agli etruschi, quindi ben prima dell’anno zero. La crescita enologica fu molto forte in concomitanza con il fiorire della Repubblica Marinara di Genova, tanto che nel 1400 la vite era presente anche negli angoli più impervi della regione e la fama dei vini liguri era diffusa in tutta Italia.”
Nel 1600 la fama si fa addirittura internazionale, come testimoniano le parole di Cervantes, che in un suo breve testo, El Licenciado Vidriera (Il Dottor Vidriera) menziona la dolcezza e soavità della signora Vernaccia e celebra la grandezza delle Cinque Vigne.
Questa grande spinta ha permesso di traghettare la tradizione enologica ligure fino ai giorni nostri, anche se tra il 1700 e il 1960 circa l’attività ha subito battute d’arresto e non rileva fenomeni degni di nota.
Un territorio unico
La particolarità orografica della regione ha contribuito in maniera decisiva a dar vita a una viticoltura unica del suo genere, visceralmente legata al suo territorio e caratterizzata da un’ampia varietà di vitigni autoctoni.
Gianluca ci spiega che “dal punto di vista vitivinicolo la Liguria, con il suo 65% di territorio montano, rappresenta una zona decisamente non facile per le colture, eppure presenta 8 DOC, 4 IGT e 11 vitigni, di cui alcuni coltivati esclusivamente qui. Essi coprono una superficie di 1.500 ettari per una produzione complessiva di circa 6 milioni di bottiglie all’anno.”
Vini di mare
La Liguria è terra di confine, tra le nazioni, ma anche tra la terra e il mare. Come la cucina anche la viticoltura ligure ha due anime, una di terra ed una di mare. Andiamo con Gianluca alla scoperta dei vini liguri.
“Nel mare a volte sembra che le viti ci si vogliano tuffare” – questa frase del nostro enologo ci spalanca l’immaginario, portandoci quasi a vedere il territorio in volo – “parlo della viticoltura “eroica” delle Cinque Terre dove i vitigni autoctoni come l’Albarola, il Bosco o il Vermentino sono coltivati su terrazze a strapiombo sulle acque blu, con la coltivazione resa possibile solo grazie all’aiuto di monorotaie. Un paesaggio che che lascia senza fiato.”
Da queste terre acide e saline nascono vini secchi e sapidi che ben rappresentano le difficoltà e le ricchezze di questa zona. “Se poi abbiamo pazienza ecco che dall’appassimento di queste uve nasce uno dei vini più famosi della Liguria, lo Sciacchetrà, un vino passito molto apprezzato in tutta Italia.”
Le Cinque Terre sono circondate da un’altra DOC ligure: Colli di Luni, dove i lungimiranti etruschi probabilmente avviarono la tradizione vitivinicola ligure. Questa è una zona più variegata e, pur producendo principalmente vini bianchi, non disdegna ottimi rossi a base di Sangiovese.
La Liguria è sicuramente legata ai vini bianchi ed al mare (lo sai che esiste uno spumante che si gode l’affinamento a 60m di profondità nel mare della Baia del Silenzio di Sestri Levante?), ma questo non significa che i rossi non ci siano, anzi.
Vini di terra
Negli entroterra di confine tra Francia e Piemonte ci sono due DOC che il mare lo sentono solo nell’aria e che danno origine a rossi molto interessanti. Sono il Rossese di Dolceacqua DOC e il Pornassio DOC.
Gianluca ce lo spiega meglio: “Il Rossese di Dolceacqua DOC è un rosso originato da una varietà particolare – il rossese appunto – tipico della zona e che sconfina in Provenza prendendo il nome di Tibouren. Probabilmente è il rosso più caratteristico della Liguria. Il Pornassio DOC invece è un vino fatto con l’uva Dolcetto (che localmente prende il nome di Ormeasco). Un uvaggio più versatile che permette di fare vini rossi, passiti e anche rosati come lo Sciatrà (da non confondere con lo Sciacchetrà delle Cinque Terre), unica DOC di rosato della Liguria.”
Insomma se vuoi uscire dai soliti giri enoturistici la Liguria può rappresentare una bellissima scoperta che permette di risalire agli albori dell’enologia della penisola.
Senza contare che ci sono diverse cantine che ti offrono la possibilità di abbinare alla scoperta dei vini bellissime passeggiate per esplorare il territorio.
Il sommelier consiglia
Nell’intervista abbiamo chiesto a Mattia, sommelier con diploma AIS di terzo livello – il massimo – un consiglio su una cantina ligure da visitare quando sarà possibile.
Quella che gli è rimasta nel cuore, ci dice, è Lvnae Bosoni. Da questi vitigni autoctoni al confine tra Liguria e Toscana arrivano vini bianchi straordinari, tra cui il Vermentino ligure. Il rapporto qualità – prezzo, ci dice, è eccezionale: per degustare un ottimo vino si spendono tra i 6 e i 20 euro a bottiglia.
Proprio di Lunae Bosoni è il vino bianco dell’anno per la prestigiosa Guida dei Vini del Gambero Rosso 2020: Colli di Luni Vermentino Lunae Etichetta Nera 2018.
Questo vino è anche degli uno degli otto vini liguri insigniti del massimo riconoscimento – i tre calici – dalla guida.
Un’esperienza da provare a casa
Non si può ancora andare a visitare le cantine, ma puoi iniziando a esplorare i vini liguri ordinandoli online. Diverse cantine hanno, o stanno aprendo, canali di vendita diretta online, ma ci sono anche enoteche virtuali, che propongono discreti assortimenti di vini liguri, tra cui Tannico.
Il mio consiglio è, se possibile, di acquistare direttamente dalle cantine, ma se vuoi provare vini diversi con un unico ordine l’enoteca online è una buona soluzione, e Tannico spedisce rapidamente e gratuitamente in tutta Italia.
Non ci resta che brindare
Mi sto organizzando per realizzare con Mattia una degustazione online, se sei interessato iscriviti alla newsletter e ti terrò aggiornato.
Ti è piaciuto il nostro viaggio alla scoperta dei vini liguri? Li conoscevi già? Quali sono le tue cantine preferite? Scrivici per raccontare la tua esperienza.