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Non è una città per biciclette. Siamo sicuri?

Genova non è città da bicicletta, dicono. Certo, i suoi bizzosi saliscendi, la pressoché totale assenza di piste ciclabili e la fatica quasi assicurata non ne fanno la prima meta delle classifiche del cicloturismo, ma in questo articolo ti racconto come prenderla da un punto di vista diverso: in discesa.

Sali e cambia prospettiva

Normalmente quando arriviamo in una città siamo abituati a esplorare prima il centro storico e poi, se c’è tempo, gli altri quartieri. Oggi il mio consiglio è di fare esattamente il contrario. Vai in alto a goderti la vista del mare infinito e del verde del Parco delle Mura, e solo poi scendi a visitare le principali attrazioni cittadine.

La tua impressione della città guadagnerà in complessità e potrai vivere emozioni uniche.

Come si sale? Sfruttando gli ascensori e le funicolari che portano al quartiere di Castelletto o direttamente al Righi. Per un costo compreso tra i 0,90 euro (ascensore) e 1,50 euro (funicolare) potrete trasportare anche le vostre biciclette. Unica eccezione l’ascensore storico di Spianata Castelletto, dove possono salire solo bici pieghevoli. Per maggiori informazioni puoi consultare il sito di AMT Genova.

Tragitto soft

Sono due gli itinerari che voglio proporti. Il primo, più semplice, prevede una bella pedalata lungo la circonvallazione a monte, anello collinare di congiunzione tra il piano basso – centro storico – e l’attico del Righi e del Parco delle Mura.

I mezzi per salire sono diversi, ma secondo me i più suggestivi sono la funicolare Zecca-Righi (da Largo della Zecca, scendere alla fermata S. Nicola) e l’ascensore Montegalletto – Castello d’Albertis (si prende in via Balbi, appena fuori dalla stazione di Genova Piazza Principe), un vero e proprio gioiello ingegneristico, con la cabina che percorre un piccolo tratto di monorotaia per poi agganciarsi al meccanismo di un ascensore.

Loggiato Castello de Albertis
Loggiato di Castello D’Albertis.
Ph. Nedualismineregole-Roberto Bordieri / CC BY-SA

Qualunque sia il tuo punto di salita potrai percorrere tutta la circonvallazione, il cui tratto piano – o quasi – va dal Castello de Albertis, museo etnografico della città costituito dalle collezioni del Capitano Enrico Alberto De Albertis, grande viaggiatore, fino a Piazza Manin. Lungo la via (C.so Firenze, C.so Paganini, C.so Magenta) potrai godere della vista del mare e del porto, con scorci mozzafiato, specie al tramonto.

Tramonto da C.so Carbonara

La maestosità dei palazzi e l’apertura degli spazi ti colpirà, in particolar modo se paragonata ai vicoli del centro storico.

Ti colpirà anche la vita di questo quartiere trafficato: la Spianata Castelletto animata da bambini che sembrano non stancarsi mai di giocare, con un ascensore consegnato all’eternità da una poesia di Giorgio Caproni; la piazzetta di S. Nicola che sembra quella di un paese, con tutte le attività condensate in pochi metri; i giardini di Villa Gruber e il chiosco di fronte, dove potrai concederti una pausa.

La vista da Spianata Castelletto.
Ph. Davide Papalini / CC BY-SA

Quando avrai fatto il pieno di suggestioni “alte” potrai affrontare la discesa. Anche qui ci sono diversi percorsi possibili: a ovest, scendendo da C.so Dogali o C.so Carbonara, si passa davanti all’Albergo dei Poveri, magnifico edificio che ora ospita alcune facoltà universitarie, si supera il mercato coperto del Carmine, si sbuca in piazza dell’Annunziata, si scende verso il porto (e l’Acquario).

A est invece puoi percorrere Via Bertani o Via Assarotti, arrivando a Piazza Corvetto. Da qui ti tuffi in Salita Santa Caterina e risalendo via XXV Aprile arrivi in Piazza De Ferrari, cuore geografico cittadino. Puoi poi scivolare dietro a Palazzo Ducale in Piazza Matteotti e percorrere Via San Lorenzo, sempre in discesa.

Ora che sei in centro storico ho un solo consiglio: lasciati guidare dall’istinto e dalla bellezza, guardando sempre con attenzione i portali, da cui fanno capolino bassorilievi di una bellezza esagerata, e cerca le edicole votive dei crocevia. La Storia della città – e con essa l’emozione – ti prenderà al cuore. Vai piano, a costo di scendere dalla bici e portarla a mano. 

Via Garibaldi.
Photo by Erin Doering on Unsplash

Per un’esperienza più strong (e più wild)

Prendendo la funicolare della Zecca scendi al capolinea Righi e goditi la vista della città ai tuoi piedi, mentre vai a scoprire il parco delle Mura, attraversando il bosco rigoglioso raggiungibile con una breve salita lungo Via del Peralto. Praticamente sulla strada troverai i suggestivi forti Sperone e Begato (da poco riaperto al pubblico e visitabile nel weekend), custodi della storia cittadina.

Da qui ti sembrerà impossibile che Genova sia caotica, trafficata, con vicoli così stretti che i tetti sembrano fondersi e non lasciano passare il sole. Eppure è la stessa città. Sii orgoglioso di essere arrivato fino a qui ed esserti dato la possibilità di conoscerne tante diverse sfumature della città.

Il bosco sulla via dei forti.

Per tornare giù puoi scendere da diversi punti, ma ti suggerisco il mio percorso preferito. Torna verso la funicolare e imbocca in discesa Via Carso, esattamente di fronte al capolinea, sulla sinistra.

Godendoti l’aria e l’ombra degli alberi tieni sempre la strada principale, fino a quando sarai in Via Chiodo, una via panoramica da cui il tuo sguardo potrà abbracciare l’intera città. Scendi quindi in via Piaggio, una meravigliosa spirale di ville liberty e scorci sul mare, fino a ritrovarti sulla circonvallazione all’altezza di C.so Firenze. Qui ti ricongiungi al percorso soft.

Vista da Via Chiodo al tramonto

E se viene appetito per strada?

Pedalare mette fame. Ma non temere, se non hai il pranzo al sacco ci sono diverse possibilità da esplorare. Se sei in alto ti consiglio di fermarti ai tavoli all’aperto dell’Ostaia du Richetto. Impossibile sbagliarti, dal 1890 è l’unico locale che trovi lungo la strada per i forti. Offre ombra, fresco, specialità liguri, ma anche spuntini al volo.

Se invece sei in circonvallazione prova il mitico Forno di San Nicola, in C.so Firenze. Rischi di fare un po’ di coda ma ne vale la pena. Se fa caldo inoltre c’è la granita siciliana di Don Paolo che ti aspetta a Spianata Castelletto, da prendere rigorosamente con panna fresca. In centro storico c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Due chicche da non perdere

Pochi lo sanno, ma a Genova presso la chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, antichissima e incastonata in un palazzo dell’800, si trova il Mandyllion, o Sacro Volto di Edessa, una “finta” sindone che costituisce una delle più preziose e venerate reliquie della cristianità. Un’icona in cui è condensato un millennio di storia.

Mandyllion

Altra perla genovese è il Museo Chiossone, situato nella Villetta di Negro, nel cuore del parco sovrastante Piazza Corvetto. In un contesto fiabesco-decadente, con cascate artificiali e gabbie per animali esotici ormai vuote, si trova questo museo che accoglie la più importante collezione di arte orientale in Italia. Vale sicuramente una discesa dal sellino.

Informazioni utili

Forse hai già la tua bicicletta, ma forse no. In questo caso non preoccuparti, ci sono diversi negozi a Genova dove puoi noleggiare mountain bike o e-bike, ideale per affrontare le salite più faticose. In centro le trovi in piazza De Marini, in zona acquario. Ricordati sempre di utilizzare il casco.

Non bisogna essere ciclisti esperti, ma, se non ti senti a tuo agio nel traffico, lungo la circonvallazione potresti trovarti in difficoltà. Niente paura però, perché il percorso è fattibile e godibile anche a piedi, devi solo calcolare più tempo.

Anche se in questi giorni non si può uscire, non rinunciare a viaggiare con la mente. #iorestoacasa con #liguriamoments

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